
Come si munge una pecora?
Oggi parliamo di uno dei momenti più importanti per un pastore: la mungitura a mano. A Podere il Casale la mungitura è un momento tanto faticoso quanto gratificante. I pastori amano pascolare, nutrire e curare le loro pecore e le loro caprette, ma il momento in cui la passione per quello che fanno viene fuori in un’emozione unica, è proprio quello della mungitura.
In questa delicata e importantissima fase della produzione, si tocca con mano per la prima volta il prezioso frutto degli sforzi e dei sacrifici di questo lavoro, dunque questo è un momento di grande gratificazione.
Ma la magia della mungitura a mano non finisce qui. In questo preciso momento si crea un rapporto intimo e di grande fiducia con l’animale. Com’è normale che sia le pecore e le capre hanno, almeno le prime volte, un approccio agitato e diffidente nei confronti di un uomo che le va a mungere.
Il pastore in questa fase deve entrare in simbiosi con l’animale, essere il suo psicologo, tranquillizzarlo, coccolarlo e farlo sentire tranquillo. Per chi lavora a contatto con gli animali questa sinergia è il motore che giustifica ogni sacrificio di un lavoro duro.
La curiosità verso questo antico rito è sempre crescente, tanto che in molti vogliono cimentarsi nella mungitura per provare questa particolare e ancestrale sensazione. Ma sapete come si mungono le pecore e le capre? Ve lo spieghiamo subito!
Due tecniche diverse, la stessa soddisfazione
Le pecore e le capre che producono latte, devono essere munte almeno due volte al giorno, una all’alba e una al tramonto. Ma come si munge una pecora? Le principali tecniche di mungitura utilizzate sono da seduti e a cavallo. Seppure il procedimento sia lo stesso, quello che cambia è la posizione del mungitore. In ogni caso il secchio viene posto appena dietro le gambe posteriori di pecore e capre.
Nella mungitura da seduti, ci si siede su un piccolo e basso sgabello posto dietro il secchio. La mungitura avviene dunque da dietro. Nella mungitura a cavallo, chi munge si mette a cavallo sulla pecora tenendola ferma con le ginocchia, spalle alla testa dell’animale e chino con la schiena con la testa rivolta verso il secchio.
Non esiste una tecnica migliore di un altra, ma sicuramente con la mungitura da seduti la schiena ne beneficia.
Ogni passo da fare per mungere a mano pecore e capre
Il procedimento deve essere il più possibile naturale, o meglio deve imitare al meglio l’agnello che poppa dalla mammella. Quindi pecore e capre devono essere rilassate e serene. Chi munge in questa fase deve massaggiare delicatamente la mammella, accarezzare dolcemente l’animale e sussurargli qualche parola con un tono tranquillizzante. Il massaggio prima dell’azione ha anche un’altra funzione, far produrre l’ossitocina che favorisce la fuori uscita del latte.
La prima cosa da fare è porre il secchio nella posizione giusta, mantenendolo inizialmente leggermente inclinato. In questa maniera i primi schizzi di latte creeranno una schiuma leggera che impedirà al latte di schizzare dappertutto durante la mungitura.
Come si afferra il capezzolo?
A primo impatto sembra un’operazione facile, ma non basta tirare il capezzolo per far fuoriuscire il latte. Infatti tutto sta nella giusta posizione e pressione del dito pollice e dell’indice che devono serrarsi alla base della mammella in maniera delicata e allo stesso tempo sicura.
In questo modo si intrappola il latte nella mano e con un movimento di medio, anulare e mignolo volto a spingere verso il basso fuoriuscirà il latte. Se si rilassano il pollice e l’indice prima che il latte fuoriesca, però, otterremo l’effetto riflusso, e dunque il latte che avevamo “catturato” tornerà nella mammella.
Contemporaneamente all’uscita dell primo spruzzo di latte pollice e indice devono rilassarsi. In questo modo il latte riempirà nuovamente la base del capezzolo e si ripete l’operazione.
Quando la mammella è sgonfia e il latte è finito termina la mungitura. Non è un’operazione semplice come sembra, ma per farla bene è necessario allenarsi. Come un bel discorso, o una balla canzone il segreto sta tutto nel trovare l’equilibrio giusto tra tecnica e ritmo.