Cosa sono i preparati biodinamici?
I preparati biodinamici sono considerati dei veri e propri farmaci per curare l’organismo agricolo ed in particolare il terreno. Se da un lato è vero che l’agricoltura biodinamica si basa su metodi di lavoro tipici dell’agricoltura tradizionale, è altrettanto vero che, proprio per l’allestimento e l’utilizzo di questi preparati, ha un aspetto estremamente innovativo.
I preparati sono alla base dell’agricoltura biodinamica. Il concetto di base è che occorre un “approccio vivente”, vale a dire l’utilizzo di sostanze che attivano e generano processi vitali nel terreno e negli organismi vegetali. Questi processi vitali vengono attivati proprio con i preparati attraverso un processo chiamato “dinamizzazione”.
I preparati biodinamici servono a guidare e veicolare le forze di crescita e maturazione della pianta. Sta alla sensibilità dell’uomo osservare i cambiamenti della natura, comprendere le esigenze dell’organismo agricolo ed agire con l’uso corretto dei preparati biodinamici.
Per rendere meglio l’idea dell’azione dei preparati biodinamici potete immaginare che agiscano come dei lieviti, in grado di innescare e guidare i processi vitali.
I preparati biodinamici non si trovano in natura, ma è l’uomo che li produce a seconda di ciò di cui il terreno ha bisogno. Bastano quantità davvero minime per ristabilire l’equilibrio dell’intero organismo e riportarlo alla salute.
Quali sono i preparati biodinamici?
I preparati biodinamici si dividono in preparati da spruzzo e preparati da cumulo. I preparati da spruzzo sono 2: il cornoletame, realizzato a partire da letame bovino e il cornosilice, realizzato a partire da polvere di quarzo. Per fare un esempio delle quantità di preparato che vengono utilizzate, per la cornosilice bastano 2-3 grammi per ettaro di terreno.
I preparati da cumulo sono invece 6: achillea, camomilla, ortica, corteccia di quercia, tarassaco e valeriana. Per quel che riguarda i preparati biodinamici a cumulo come avrete notato sono a base di piante officinali che vengono interrate. Ma da sole non bastano a causare l’effetto desiderato. Ci sono due condizioni essenziali perchè compiano il loro dovere.
In Primo luogo devono essere poste in un contenitore di origine animale o vegetale. Sono usati come contenitori le corna di mucca, il cranio, ma anche budelli. La seconda condizione è che il terreno dove vengono interrate sia molto ricco di humus. Principio, contenitore e terreno sono tutti composti da materiali organici, ricchi di microorganismi.
Il terreno deve avere queste caratteristiche perchè deve essere il veicolo del principio che le piante officinali devono trasmettere all’organismo agricolo. Per quel che riguarda il contenitore non solo deve essere di materiale organico, ma deve essere combinato per elementi comuni all’erba officinale. Ad esempio la corteccia della quercia deve essere interrata nel cranio di vacca, ambedue ricche di calcio.
Anche l’utilizzo di questi preparati deve rispettare delle regole. Infatti ogni erba ha il suo momento per essere sotterrata e deve fare il suo corso per un periodo ben preciso. Comunque nella maggior parte dei casi l’interramento avviene a settembre e il sotterramento ad aprile.
Quando il preparato viene dissotterrato ha una forma irriconoscibile. Il suo colore è molto scuro e ha un accentuato odore di sottobosco.
La dinamizzazione
I preparati vengono utilizzati in piccolissime dosi diluiti in acqua. Vanno diluiti appena prima dell’utilizzo con la pratica della dinamizzazione.
Ad esempio, cornoletame e cornosilice vengono dinamizzati per un’ora in acqua, subendo un intenso processo di diluizione e mescolamento. Si comincia a mescolare energicamente fino a creare un vortice poi si inverte bruscamente la direzione di rotazione, rompendo il vortice e ricreandolo nella direzione opposta e si procede così per un’ora. Questa operazione ha l’obiettivo di compenetrare l’acqua con le forze vitalizzanti concentrate nei preparati e trasmetterle le informazioni sulla fertilità del terreno.
I preparati vengono poi applicati generalmente all’inizio del periodo di risveglio vegetativo, su campi ancora da lavorare o sottoposti a rotazione.