Dal Caldo di Luglio alla Qualità del Vino: Il Ruolo dello Stress Idrico
La vite è una pianta straordinariamente adattabile, capace di resistere a periodi di siccità come quello che abbiamo vissuto da fine maggio a inizio luglio.
A cosa è dovuta questa resilienza?
- a un ap
parato radicale profondo, in grado di raggiungere l’acqua negli strati più bassi del suolo; - alla capacità di adattare il proprio metabolismo in base alla disponibilità idrica.
La fotosintesi, infatti, è un processo che richiede acqua: utilizzando anidride carbonica atmosferica (CO₂) e acqua, e grazie alla luce, la pianta produce zuccheri e ossigeno (O₂).
Cosa accade in vigna quando inizia la siccità?
Quando l’acqua scarseggia, la vite può chiudere parzialmente gli stomi – piccoli fori situati nella parte inferiore delle foglie che consentono gli scambi gassosi – riducendo così la fotosintesi e la perdita d’acqua. Questo rallentamento metabolico si traduce in una crescita più lenta.
Un moderato stress idrico può avere effetti positivi
sulla qualità dell’uva, favorendo la sintesi e la concentrazione di sostanze come acidi, aromi e flavonoidi, anche perché gli acini rimangono più piccoli. Tuttavia, se la siccità è prolungata e accompagnata da forti ondate di calore, gli effetti diventano dannosi sia per la produzione dell’anno sia per la pianta.
Uno stress idrico acuto può provocare:
- riduzione della quantità di uva;
- blocco della maturazione;
- appassimento dei frutti;
- ingiallimento della parete fogliare;
- aumento del pH dei mosti.
Fortunatamente i terreni che circondano Podere Il Casale, sono ricchi di argilla e ciò rappresenta un vantaggio perchè hanno un’elevata capacità di ritenzione idrica, e le riserve accumulate durante la primavera piovosa negli strati profondi consentono di limitare gli effetti della siccità.
Per migliorare ulteriormente la disponibilità d’acqua, lavoriamo sulla vita microbica del suolo, che contribuisce a:
- migliorare la struttura del terreno;
- aumentare la capacità di trattenere l’umidità;
- favorire un maggiore sviluppo radicale.
Se queste riserve non fossero sufficienti, quali altre strategie si possono adottare?
- ridurre temporaneamente la superficie fogliare cimando i tralci: una chioma ampia, infatti, aumenta la traspirazione. Il consumo d’acqua varia in base a diversi fattori, tra cui radiazione solare, vento, umidità, sistema di allevamento e esposizione del vigneto.
- gestire il suolo e il carico erboso tra i filari per ridurre le perdite d’acqua per evaporazione.
- Irrigazione di emergenza, come ultima risorsa, per salvaguardare la produzione e la salute delle piante
La gestione attenda della vigna in condizioni di stress climatico è fondamentale per garantire al qualità dei nostri vini e la sostenibilità dell’agricoltura biodinamica e biologica che pratichiamo al Casale.